Nono senso


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Nella complessità delle vicissitudini quotidiane , il nostro "Nono Senso" che può donarci (la consapevolezza) di Essere è messo a dura prova è offuscato ,annichilito , annebbiato e traviato dalle induzioni e mistificazioni della società moderna per un fine materiale.

- Arisi Davide -



Opera esposta alla mostra
Internazionale Italia Arte 2011


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Opera esposta alla mostra
"La percezione del vuoto"
Milano 21 Ottobre 2011



A cura di Silvia Ceffa e Ilaria Borraccino
evento promosso da Milano Webarte


La mostra, che ha come punto di partenza il vuoto, vuole coinvolgere il visitatore e soprattutto aiutarlo a capire questo concetto. "La percezione del vuoto" è stata da sempre oggetto di studi per arrivare a definire ciò a cui la mente umana a volte si avvicina smarrita perché è qualcosa di inafferrabile, altre volte se ne discosta e quasi lo respinge perché contorto ed enigmatico. Il vuoto, che vorremmo in qualche modo presentare, è un vuoto creativo cioè un vuoto da colmare non privo di significato. È questo il compito degli artisti che, grazie alla loro creatività, lo renderanno quasi tangibile in quanto loro stessi ne vengono a contatto facendolo poi diventare protagonista della mostra. Apparirà quindi un vuoto che domina, ma che al tempo stesso è dominato dalle idee dell’artista. Sarà interessante, curiosa ed attesa la rappresentazione visiva, attraverso l’uso di colore, materie e tecniche, per rendere quello che il vuoto esprime in sé e nell’arte. Dare una forma al nulla stimolerà la creatività dei partecipanti che si confronteranno su questo tema. Per l’allestimento si prevede una zona di buio contrapposta ad una di luce. Una zona di silenzio, seguita da una di rumore. Il vuoto disorienta e stordisce. Si alterneranno zone buie con angoli illuminati da luci a palla e da candele. Saranno utilizzati sassi, acqua, fili ed una musica farà da sottofondo. Il Vernissage si terrà sabato 22 presso lo Spazio Moderno in via Martiri della Liberà 36 Arona (No) dalle ore 18.00. Sarà preceduto da un aperitivo inaugurale con la presenza degli artisti presso il locale Hollywood Living a Milano dalle ore 19.00 alle ore 23.00. L’evento sarà ripreso dalle telecamere di FashionTV. Durante la serata sarà proiettato un video dell’allestimento e di tutte le opere selezionate, inoltre verranno presentate le cinque opere finaliste scelte da una giuria di critici e dagli stessi curatori.

18-05-2011
Nel vuoto, il mondo.
Saggio di Jacopo Ricciardi

Si comincia così, dal vuoto dell’universo diviso in due, una parte in ombra e una parte nella luce. Si entra. Tra ombra e luce separazione netta. Il vuoto in frizione tra i due ambienti e dei dipinti in dialogo. Nell’ombra i dipinti illuminati improvvisi. Dall’altro lato una luce diffusa avvolge la pittura su altre tele. Tra astrattismo e realismo ogni condizione dello spirito è emanata. Una natura tra le nature: le fiamme oscillanti delle candele in gruppo nell’ombra contro l’angolo a terra fanno ondeggiare una traccia luminosa che si perde nella luce fissa dei fari che fissano i dipinti come animati in uno sguardo. Se di tante iridi si trattasse, varianti di colore, dolcemente intrecciate di finissimi filamenti, protratte nel loro vuoto, l’animo dello spettatore trasalirebbe lì nell’ombra, trascinato in sé e portato a tracimare nell’oscurità da tanta invisibile, insistente, latente animazione. Le fiamme corteggiano il fianco di un vuoto che ci nasconde e ci mostra alla nostra mente. Una natura immersa in altra natura sono i dipinti appesi. Un’umana natura in sfida alle diversità dell’universo e del mondo. La lingua che sento cantare nei quadri, continua, amplifica e muta quella del mondo circostante, portato in un ambiente sospeso d’ombra dove degli elementi naturali salvati vibrano, attirano i cinque sensi e li seducono: le fiamme, lo scorrere dell’acqua, diversi odori inebrianti. Qual è il luogo ricreato che ci avvolge e struttura, prima d’ombra - nascondendoci - e poi di luce - rivelandoci? Quante domande segrete ci accompagnano spostandoci dalla visione di un quadro a un altro. Profumi che escono dal ricordo di quei quadri proprio quando entrano in noi. Suoni che vivono indistintamente accanto a noi proprio quando ci sembra che il loro richiamo penetri il dipinto che si sta guardando. Ora, l’ambiente diffuso di luce, quieto, sospende noi e i quadri nella stessa apertura di un sereno viaggio. Dov’è il vuoto? Ci si ricorda di quelle fiamme e il loro ondeggiare vivo nell’ombra, lontano da qui, ora che si è avvolti di chiara luce. Dov’è l’ombra e dov’è il vuoto? Dal passaggio catartico dall’ombra alla luce - e poi dalla luce all’ombra - si attraversa il mondo da parte a parte e il nostro sguardo rivolto ai dipinti li penetra più profondamente, come se toccasse il destino di opere umane che pregano per la vita. L’opera d’arte, in particolare la pittura, con il variare dei suoi colori, sintesi del mondo circostante, mostra il puro desiderio di vita in un miracolo cui l’uomo aspira da sempre: rendere eterno un istante, fissarlo nel tempo per trasmetterlo, vivente. Nella nostra contemporaneità dove l’artista ha molti nuovi mezzi per esprimersi, questa mostra decide di centrarsi sulla pittura, pratica antichissima dell’esperienza creativa umana, per misurarne le ambizioni e le novità. Il vuoto è così simile all’anima? Dall’ombra alla luce e dalla luce all’ombra, tra suoni e profumi, la mente dell’osservatore trascorre un tempo personale pieno di animazione. Eccitare i sensi, eccitare la mente, riportando l’esperienza in una chiave di immediatezza fisica che non sempre viene conservata viva negli allestimenti di altre mostre. Il vuoto è una memoria, una memoria viva. Dall’ombra alla luce l’animo dell’osservatore sceglie le sue aspirazioni seguendo il soffio vitale dei dipinti che in gran numero rispondono carichi di differente energia. Si può aspettare un istante, chiudere gli occhi, respirare, farsi penetrare da diversi profumi, uniti al rumore di un’acqua che piano parla tranquillizzando la mente come se una mano benevola accarezzasse la nostra coscienza; e poi riaprire gli occhi e tornare a guardare i dipinti con rinnovata giovinezza. Se i tempi si fondono in questo ambiente è per merito della densità di un vuoto di storie in accordo tra loro. La Storia delle arti s’intreccia e si dipana davanti a quei quadri. Una popolazione di domande benefiche emergono in noi. L’attenzione si centuplica felice. L’aspirazione dell’opera d’arte volge all’elevazione. Una mostra traduce il vuoto in una positività di intenti che lottano contro l’immersione contemporanea della coscienza. Qui, tra quadri, suoni naturali profumi e onde leggere di fiamma, una coscienza si eleva seguendo l’aspirazione di antichi equilibri e composizioni. L’arte è qui per raccontare le riuscite di molte intenzioni. Gli artisti rispondono sempre l’uno all’altro ed ecco un legame tracciato vivente tra la prima visione e la seconda, e la terza, e la quarta e così via, alternando le due essenziali condizioni del corpo: con la notte il sonno e il sogno, e con il giorno la veglia e il progetto. Tutto è invenzione e il vuoto è quella scintilla non vista dove vibra lo spirito. Guardare un dipinto è ricercare una risonanza. Ogni dipinto è un’invasione di genio. Tutto è presente, uno sforzo naturale è la gravità che attira la scoperta sotto i nostri occhi per poterla godere e mostrare. Siamo ancora una volta nel campo del gesto amoroso. Esso si compie nascosto - e atteso - nell’ombra, e plateale attraverso la luce davanti alle lacrime che non possono ignorarlo: nell’ombra si pensa, nella luce si piange. Tra luce e ombra si esiste e la natura sconfina. Natura umana e natura del mondo sconfinano l’una nell’altra e l’arte si ricorda di sé. Dipingere vuol dire manipolare una materia e conservare l’esperienza per poterla trasmettere a se stessi come agli altri. Tra una pennellata e l’altra troviamo il vuoto: la mente lo rintraccia e ne percorre l’infinitesimale interminabile viaggio che ne descrive l’aspirazione, per dedurne la sembianza, la costruzione, l’idea, l’intento, la voce. È una scala interminabile la pittura, sale, si perde, conduce, ci si dimentica in essa, si impadronisce dello spettatore e lo libera. Il vuoto è questo agire su sostanze inanimate che piano conquistano un nuovo spazio mentale, in virtù dell’unione di luce e ombra, verifica di un miracolo reale dove qualcosa di noi si salva e si trasmette. I profumi restano nel campo della mente e dell’idea lontano dalla mostra. Questo lascito indiretto ma fisico ci lega ancora, e più vivamente che in altri casi, alla visione dei quadri, alla loro composizione, mantenendo su di noi la loro azione attiva più a lungo, più durevole. Un incontro vivo tra spiriti ed essere. Cosa li divide? Un vuoto si colma. La speranza di ciò che informe si aggrega pittoricamente in un destino, trasforma in un contatto durevole quel vuoto. Il vuoto in dialogo. Le coordinate dei sensi agganciano quel mondo. La trasformazione del corpo e le idee prodotte da una nuova condizione di visita. Quante cose può diventare una mostra? Renderla simile all’incontro tra un’intelligenza e un sussurro. Ogni patto ha la sua storia.

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